Whatsapp, la decisione della Cassazione mette tutti in allerta: ora c’è poco scampo

C’è una nuova decisione della Cassazione che mette tutti in allerta per WhatsApp. Ecco che cosa succederà, ora c’è poco scampo.

Ci sono importanti novità in arrivo su WhatsApp, anche sul fronte legislativo. Secondo quanto emerso, una recente sentenza della corte di Cassazione ha confermato una decisione di cui è bene informarsi subito. Gli utenti sono già stati messi in allerta, adesso c’è veramente poco scampo.

Le nuove regole di WhatsApp ufficializzate dalla Corte di Cassazione
Cambiano le regole su WhatsApp, la decisione della Corte di Cassazione – Cityrumors.it

Si tratta, infatti, di una modifica sostanziale che ci obbligherà a fare più attenzione a qualsiasi cosa che scriviamo o diciamo tramite nota audio all’interno della piattaforma. Anche in chat private coi nostri amici o nei gruppi coi parenti. Un solo errore e si rischia grosso a livello legislativo, ora che c’è anche la conferma ufficiale della Costituzione non si potrà più trovare via di fuga. Ecco cosa sapere nel dettaglio, lo ha raccontato il noto avvocato del web Angelo Greco.

Cambia tutto su WhatsApp: le novità della Cassazione

WhatsApp cambierà per sempre. O meglio, verrà modificato il modo in cui la piattaforma potrà venire utilizzata nel caso di problemi a livello legale. Come spiegato dall’avvocato del web Angelo Greco, da oggi i messaggi di WhatsApp avranno un valore di prova. E questo vuol dire che sarà possibile che ogni singolo messaggio o nota audio possa venire sfruttata per poter venire incriminati o al tempo stesso per accusare qualcuno.

Cosa dice la Cassazione sull'uso di WhatsApp come prova
Ora i contenuti di WhatsApp potranno venire utilizzati come prove – Cityrumors.it

In particolare, tutti i contenuti scambiati in chat su WhatsApp potranno venire sfruttati a valore di prova, ma solo a condizione che siano supportati dai dispositivi informativi. Come possono essere smartphone e PC. Che devono contenere le conversazioni da utilizzare come possibile provante. Questo è stato deciso dalla sentenza della corte di Cassazione numero 49016/2017.

Ma non è finita qui. Perché per avere una completa validazione, sarà necessaria quasi sempre una perizia tecnica. Che vada a confermare l’autenticità e l’integrità delle conversazioni digitali. Una pratica fondamentale, soprattutto al giorno d’oggi dove l’intelligenza artificiale e i sistemi di editing danno modo di creare ad hoc degli screen e persino delle note vocali per incriminare altre persone.

Ci saranno degli esperti incaricati di effettuare tutte le verifiche del caso, avendo tra le mani il dispositivo da poter analizzare con software avanzati. In grado di individuare l’eventuale non veridicità dei dati inseriti e dunque della non possibilità di utilizzare quanto presentato come prova.

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